
Abbiamo il piacere di intervistare Sara Ricciardi, autrice di “Carezze meccaniche”. Il progetto rappresenta la componente riservata al senso del TATTO, durante l’installazione Fenoména – Milan design week 2017.
Descrivi il metodo / iter progettuale che hai applicato per arrivare a questo risultato progettuale.
Carezze meccaniche è un progetto nato da una fascinazione collettiva.
Seguendo la parola “sensismo” che ha stimolato la mostra Fenoména per cui il corpo diventava focus totale di un’esperienza io ho investigato il valore della stimolazione epidermica. Per arrivare a questo è stato un miscuglio di fascinazione e ricerca.
Scrivanie di moodboard e schizzi. Sapevo che lo strumento per canalizzare il mio messaggio sarebbe stata le piuma, la sua grazia e delicatezza con il suo essere elemento atemporale e lento. Da lì ho iniziato a disegnare possibilità di macchine e ingranaggi. Poi tutto si concretizza in movimenti e pennelli corporei elaborati in un paio di mesi anche tra le numerose cene di confronto con le mie colleghe affinando sempre di più simbolismo e oggetto.
Ogni progetto ci insegna qualcosa, cos’hai acquisito in questo caso?
Ogni progetto è un processo molto complesso e prezioso. Il percorso è costellato di personaggi epici, confronti, scoperte, corse mozzafiato, pensieri notturni, ricerche assurde e risate da bar. Questo progetto come gli altri ha un affiatato backstage di artigiani e maghi ormai amici e storie di lentezza e concentrazione. Carezze meccaniche, ironico, provocatorio ed erotico che invita ad esercitare il corpo alla cura dello stesso ma è anche un focus sull’importanza del corpo altrui. E’ un progetto che mi conferma come nonostante la nostra digitalizzazione sentimentale in realtà siamo tutti in preda a desideri spasmodici di contatto. Continuare su questa ricerca di moto e relazione sarà per me la sfida.
Pictures of the object shooting (green background) _ Fulvio De Filippi
Pictures of the installation shooting _ Sirio Vannelli