STUDIO OINK ha creato una piccola collezione di oggetti irriconoscibili, in collaborazione con Aimee Bollu. Il processo di progettazione si basa attorno alla struttura dello sconosciuto; i due studi di progettazione non si sono mai incontrati, interagendo tra di loro solo attraverso i social media. Materiali trovati, raccolti, commercializzati e consumati dagli altri, ed infine adagiati uno accanto all’altro nella collezione completa.
Una serie di sfide sono alla base della collezione. Lavorare con il materiale scelto da un altro individuo, porta a progettare per l’altro, infondendo la propria estetica all’oggetto. Ci sono collegamenti familiari tra ogni progettista e gli oggetti trovati. Le componenti create generano perplessità e richiedono riflessione, ad indicare l’incertezza nella vita.
Materiali assemblati, impilati e collegati. Legno, vetro e porcellana, si combinano a curiosi pezzi di plastica, spugna o altro materiale trovato. La collezione finale identifica l’estetica di entrambe le parti e l’approccio meticoloso e pulito al design. Ne risulta una connessione all’estraneo, straniero… ossia quella capacità di contatto intuitiva con gli oggetti. Ignorando il processo dell’altro, la raccolta finale stupisce e riconduce alla metafora del pensiero. Le trasformazioni risultanti alterano i materiali ed esistono come nuovi ibridi; sono un assemblaggio di prodotti legati tra loro per esser stati selezionati per la bellezza intrinseca e sconosciuta.
“Progettare con l’ignoto è stata una scoperta di materiali, processi e persone nuove. La creazione avviene in paesi, fusi orari, ideali e le aspettative differenti; la nostra unica lingua comune è l’ignoto.”
Design with the Unknown, STUDIO OINK & Aimee Bollu , all photos: © STUDIO OINK